Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva confermato la condanna inflitta ad un uomo per il reato di violenza privata (art. 610 c.p.), la Corte di Cassazione penale, Sez. V, con la sentenza 20 dicembre 2023, n. 50787 – nel disattendere la tesi difensiva secondo cui i giudici avrebbero omesso di valutare le risultanze istruttorie comprovanti l'assenza del dolo dell'imputato – ha affermato il principio secondo cui ove la violenza privata si concretizzi nell'impedire il libero accesso, anche qualora si provi la sussistenza o la mancanza di motivi particolari per i quali il reo abbia assunto i comportamenti contestati, ciò non esclude il dolo generico richiesto dalla norma incriminatrice, né annulla o neutralizza la coscienza e volontà del costringere taluno a tollerare qualcosa, in quanto il movente resta al di fuori del dolo di violenza privata.